Cellule Senescenti: Amiche o Nemiche? Dr. Domenico Pratico', MD, FCPP
- praticolabalzheime
- 26 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Il termine "senescenza" deriva dal latino "senex" (che significa "vecchio" o "anziano") e dal verbo "senescere" (che significa "invecchiare"), e si riferisce tipicamente al processo di invecchiamento o allo stato di vecchiaia.
A volte il termine "senescenza" viene usato in modo intercambiabile con "invecchiamento", tuttavia, sebbene entrambi si riferiscano al processo di invecchiamento, sono termini che indicano due diversi fenomeni.
L'invecchiamento è il progressivo deterioramento di un organismo nel tempo, che comprende il declino fisico e mentale.
La senescenza si riferisce a uno specifico processo cellulare in cui le cellule smettono di dividersi.

Fino agli anni '60 si credeva comunemente che, se tenute in coltura, le cellule potessero replicarsi continuamente. Tuttavia, due scienziati (Leonard Hayflick, e Paul Moorhead) hanno dimostrato che esiste un limite al numero di replicazioni e che, una volta raggiunto, le cellule entrano in una fase nota come "senescenza".
Tuttavia, per un certo periodo questo aspetto è stato considerato quasi un artefatto, poiché le cellule si trovavano in una provetta e che ciò non era possibile all'interno di un organismo vivente. Sorprendentemente, negli ultimi due decenni, numerosi studi hanno dimostrato che in effetti la "senescenza" si verifica anche all'interno di un organismo vivente.

Le cellule senescenti sono uniche in quanto smettono di moltiplicarsi ma non muoiono. Al contrario, rimangono dove sono e continuano a rilasciare sostanze chimiche che possono innescare una risposta infiammatoria che danneggia altre cellule sane vicine.
Diversi fattori possono innescare la senescenza, tar queste ricordiamo:
l'accorciamento dei cappucci protettivi sui cromosomi (noti anche come telomeri)
danni al DNA
radiazioni
stress ossidativo
Oggi sappiamo che la "senescenza" si verifica in qualsiasi tipo di cellula e in qualsiasi organo del nostro corpo e può avere ruoli sia fisiologici che patologici.
Fisiologicamente, è essenziale per l'embriogenesi e lo sviluppo, e costituisce una salvaguardia contro la tumorigenesi, impedendo la proliferazione di cellule danneggiate o difettose.

È importante notare che, quando si verifica, il nostro corpo utilizza meccanismi specifici per rimuovere queste cellule. Con l'età, il nostro corpo diventa meno efficiente nello svolgere questo importante compito e queste cellule si accumulano. Quando ciò accade, le cellule senescenti iniziano a secernere molecole infiammatorie che promuovono l'infiammazione cronica e il conseguente danno tessutale, che e' stato implicato in molteplici disturbi associati all'invecchiamento, come ia malattia di Alzheimer.
La senescenza cellulare può essere prevenuta e controllata attraverso interventi sullo stile di vita e approcci farmacologici. Queste strategie mirano a eliminare o inibire le cellule senescenti, promuovendo così la salute dei tessuti, riducendo l'infiammazione e migliorando il benessere generale.

Interventi sullo stile di vita
Esercizio fisico: attività fisica regolare, come corsa, camminata o jogging
Dieta: una dieta ricca di antiossidanti, vitamina D, proteine e sostanze fitochimiche (come resveratrolo e quercetina)
Gestione dello stress
Un buon sonno
Approcci farmacologici e terapeutici
Senolitici:
Questi farmaci inducono selettivamente l'apoptosi (morte cellulare programmata) nelle cellule senescenti, rimuovendole dall'organismo. Alcuni esempi includono la combinazione di dasatinib e quercetina. Attualmente si stanno sviluppando farmaci chiamati senolitici che eliminano selettivamente le cellule senescenti, il che si è dimostrato promettente in modelli preclinici.Senomorfi:
Senomorfi:
Questi agenti mirano a sopprimere i fattori nocivi rilasciati dalle cellule senescenti in accumulo, noti come fenotipo secretorio associato alla senescenza.
Rapamicina. È stato dimostrato che questo farmaco riduce la senescenza e migliora la funzione immunitaria, prolungando la durata della salute nei modelli animali.
In generale, queste strategie agiscono riducendo i biomarcatori della senescenza, e i marcatori infiammatori aumentando al contempo proteine benefiche come le sirtuine. Esse possono anche ripristinare l'omeostasi tissutale riducendo il carico di cellule senescenti e le loro secrezioni dannose e promuovendo il normale funzionamento di tessuti e organi.
In sintesi, le cellule senescenti possono essere presenti in un organismo vivente adulto e, se non rimosse tempestivamente, possono innescare reazioni pro-infiammatorie con conseguenti danni a tessuti o organi.
Sebbene siano necessari ulteriori studi per caratterizzare meglio questo processo, ci sono alcuni accorgimenti che possono essere adottati da chiunque per ridurre l'impatto negativo che l'accumulo di cellule senescenti può avere su un organismo.
Vorrei conculdere ricordandovi come sempre che non e' mai troppo presto non e' mai troppo tardi per adottare questi stili di vita contro l'accumulo di cellule senescenti e i loro effeti negativi sulla nostra salute.
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Il dott . Domenico Praticò è titolare della cattedra della Scott Richards North Star Charitable Foundation per la ricerca sull'Alzheimer e ricopre il ruolo di professore e fondatore dell'Alzheimer's Center presso Temple, nonché di professore di scienze neurali presso la Lewis Katz School of Medicine della Temple University .
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